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Notizie dal web

Software: PicPick 3.3.4

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PicPick è una buona applicazione progettata per elaborare immagini e per catturare qualunque schermata in ambiente Windows. Il software è utile, ad esempio, per salvare, sotto forma di immagine, quanto visualizzato all'interno di una pagina web o di un qualsiasi programma che necessiti di agire sulla barra di scorrimento verticale per accedere alla totalità dei contenuti.

Dotato dell'interfaccia 'a nastro' introdotta in Windows 7, PicPick si propone come un buon software per applicare delle modifiche sulle immagini già memorizzate sul disco o per crearne di nuove.

Il software integra righelli, lente d'ingrandimento, tavolozza dei colori, uno strumento che facilita l'allineamento degli elementi grafici, una lavagna per condividere i lavori o fare delle prove.

La versione gratuita di PicPick espone dei banner pubblicitari, non presenti nella release a pagamento..
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Controllare i siti visitati da router, rete locale e WiFi con OpenDNS

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In passato abbiamo presentato diversi prodotti ed alcune appliance, utili soprattutto a livello aziendale, che consentono di filtrare il traffico dati da e verso la rete locale e di bloccare siti indesiderati o potenzialmente pericolosi.

Questa volta vogliamo soffermarci sulle metodologie per controllare i siti visitati dalla rete locale (WiFi compresa) senza la necessità di installare alcunché all'interno della LAN.

Per verificare i siti visitati dai vari client connessi in rete locale, una delle prime verifiche da effettuare consiste nell'accertarsi se il router installato in ufficio oppure a casa permetta l'attivazione dei log delle connessioni.
Gran parte dei router in commercio, infatti, all'interno della sezione “Content filtering”, mettono a disposizione la funzionalità Logs che, appunto, di verificare quali richieste di connessione sono state avviate dai vari sistemi connessi in rete locale.
Di solito questa sezione contiene un registro in formato testuale con l'indicazione dell'indirizzo IP locale della macchina (o del dispositivo mobile) dalla quale è partita la richiesta e gli indirizzi dei siti web visitati.
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Diritto all'oblio, Google rimuove i link ma solo in Europa

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Adeguandosi alla recente decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in tema di diritto all'oblio, Google ha appena iniziato ad eliminare i primi link dalle versioni europee del suo motore di ricerca, in risposta alle richieste di rimozione ritenute valide e legittime.
I giudici lussemburghesi, con una sentenza che ha destato scalpore ed è tutt'oggi fonte di interminabili discussioni, hanno stabilito che i cittadini europei hanno diritto a chiedere ai gestori dei motori di ricerca l'eliminazione di riferimenti a pagine web che contengano contenuti lesivi della propria dignità e del proprio buon nome.

Nel testo della sentenza si legge: '(...) il gestore di un motore di ricerca è obbligato a sopprimere, dall'elenco di risultati che appare a seguito di una ricerca effettuata a partire dal nome di una persona, i link verso pagine web pubblicate da terzi e contenenti informazioni relative a questa persona, anche nel caso in cui tale nome o tali informazioni non vengano previamente o simultaneamente cancellati dalle pagine web di cui trattasi, e ciò eventualmente anche quando la loro pubblicazione su tali pagine web sia di per sé lecita'.

Paradossalmente, quindi, il cittadino può chiedere a Google - compilando un apposito modulo online - di rimuovere link presenti nelle pagine del motore di ricerca ad articoli che lo riguardino ma può non aver diritto a vederli rimossi dal sito web dell'editore se trattavasi di informazioni pubblicate, al momento della loro apparizione in rete, attendendosi ad esempio alla deontologia giornalistica.

In capo allo stesso modulo per la richiesta di rimozione dei contenuti (compilato ben 41.000 volte solo nei primi quattro giorni dalla sua comparsa online) Google scrive: 'una recente decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che alcuni utenti possono chiedere ai motori di ricerca di rimuovere risultati relativi a query che includono il loro nome, qualora tali risultati siano inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati.
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Google, un assaggio di realtà virtuale con smartphone e Cardboard

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A molti, almeno inizialmente, è sembrato uno scherzo ben organizzato da qualche buontempone di casa Google. In realtà, è tutto vero. Alla fine dell'evento Google I/O, i tecnici della società di Mountain View hanno presentato Cardboard, un progetto che si prefigge di trasformare lo smartphone in un visore per la realtà virtuale. I dispositivi più famosi sono gli Oculus Rift: si tratta di schermi da indossare sul viso che consentono di muoversi in 'mondi virtuali', da soli oppure insieme con altre persone (magari fisicamente sedute a migliaia di chilometri di distanza). L'idea è quella di aprire a nuove forme di comunicazione ed ampliare a dismisura le attuali modalità di interazione reciproca.

Facebook ha di recente acquistato Oculus accaparrandosi una realtà che viene considerata estremamente promettente per il prossimo futuro e che può estendere la possibilità attualmente offerte dal social network: Facebook acquisisce i prodotti per la realtà virtuale di Oculus per 2 miliardi.

Con l'idea di Cardboard, Google ha confermato di essere particolarmente interessata ed impegnata sul tema realtà virtuale.
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Il primo bancomat Bitcoin arriva in Italia, come funziona

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È arrivato anche in Italia il primo bancomat Bitcoin. L'inaugurazione è avvenuta in occasione dell'edizione di quest'anno di 'No Cash Day', evento che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di accantonare il più possibile l'impiego dei contanti in favore della 'moneta elettronica'.

L'ATM Bitcoin è stato installato a Roma presso 'Luiss Enlabs - La Fabbrica delle Startup' ed è stato battezzato Robocoin Kiosk. Alto 193 centimetri e largo 91, pesante oltre 5 quintali, l'innovativo bancomat consente di acquistare e vendere Bitcoin appoggiandosi a Bitstamp, uno dei più importanti exchange a livello mondiali di crittomonete Bitcoin.

Il primo accesso ai servizi offerti dal bancomat Bitcoin prevede il superamento di una fase di verifica dell'identità dell'utente.
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Equo compenso: il ricorso di Confindustria Digitale. Passo indietro della Francia

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È scontro sull'equo compenso. Dopo la decisione di Altroconsumo, che nei giorni scorsi ha presentato un ricorso presso il TAR del Lazio contro il Decreto Franceschini, anche Confindustria Digitale annuncia un'azione analoga.

'Siamo pronti a fare ricorso. L'aumento del compenso per copia privata annunciato dal ministro Franceschini è ingiustificato e non tiene conto dell'evoluzione delle tecnologie e delle mutate abitudini di utilizzo da parte dei consumatori', ha dichiarato Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale (federazione di rappresentanza industriale, nata con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’economia digitale, a beneficio della concorrenza e dell’innovazione del Paese).

Sempre secondo Confindustria Digitale, l'aumento del gettito della SIAE - di ben due volte e mezza rispetto allo scorso anno -, da 63 milioni di euro ai 157 stimati sarebbe inaccettabile dal momento che i balzelli, divenuti - col Decreto Franceschini - più onerosi rispetto al passato, graverebbero unicamente sui consumatori (Equo compenso: forte rincaro per i prodotti elettronici).

'Riteniamo che l’aumento dell’equo compenso per copia privata annunciato dal ministro Franceschini la settimana scorsa non solo sia una misura del tutto ingiustificata rispetto agli attuali trend tecnologici e di consumo, ma anche un segnale in contrasto con l’esigenza, riconosciuta prioritaria dallo stesso Governo Renzi, di favorire l’innovazione digitale nel Paese', ha proseguito Catania.

I rincari, che produttori e distributori riverseranno sul prezzo finale di qualsiasi prodotto tecnologico atto alla memorizzazione di dati, sono talmente elevati da porre l'Italia quasi in 'pole position' a livello europeo, seconda solo alla Francia.
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Creare fatture con LibreOffice. Ecco come fare

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In un precedente nostro articolo (Creare fatture e preventivi. Fatturazione professionisti e PMI con Gnujiko) abbiamo presentato un buon software opensource che consente di creare fatture, preventivi e documenti di trasporto. Si tratta di una soluzione adatta sia al professionista che al piccolo imprenditore che prevede soltanto l'installazione di un web server e l'avvio di una semplice procedura di configurazione automatica.
In questo caso, la gestione delle fatture è 'centralizzata', si può accedere al sistema di amministrazione dei documenti da qualunque workstation connessa in rete locale (od, eventualmente, previa opportuna configurazione, anche da dispositivi remoti) ed ogni informazione viene annotata in un'apposita base dati.

Ci sono comunque ancora diversi professionisti che, viste le dimensioni limitate della propria attività, preferiscono generare ed emettere fatture a partire da un foglio elettronico Excel.

LibreOffice è un software libero, nato dal fork di OpenOffice.org, che propone una serie di applicazioni per l'ufficio (word processor, foglio elettronico, programma per la creazione di presentazioni, programma per la grafica vettoriale, programma per la creazione e gestione di database).

Utilizzando LibreOffice Calc è possibile, in pochi minuti, preparare una fattura ed esportarla eventualmente in formato PDF.

Il nostro consiglio, prima di iniziare con la creazione della fattura in LibreOffice Calc, è quello di avviare LibreOffice Writer e fare clic sul pulsante della barra degli strumenti Mostra funzione di disegno:

Dalla barra che apparirà in calce alla finestra, si dovrà scegliere il pulsante per la creazione di una casella di testo:

Facendo clic con il tasto destro del mouse sul bordo della casella di testo quindi scegliendo Linea, si può disegnare un riquadro intorno alla casella di testo:

Dal menù a tendina Stile si può selezionare, ad esempio, Piena.

Nella casella di testo è possibile inserire il logo del proprio studio o dell'azienda, la ragione sociale e gli altri dati (indirizzo, recapiti telefonici, e-mail, C.F.
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Google rilascia le nuove API di Gmail per superare IMAP

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In queste ore Google è protagonista a tutto tondo. Accanto alle novità direttamente provenienti dal palco di Google I/O, la società statunitense sta sfruttando l'interesse nei confronti dell'evento californiano per sottoporre all'attenzione di utenti e sviluppatori diverse novità.
I tecnici della società fondata dal duo Page-Brin hanno presentato le nuove Gmail API, insieme di procedure - messe a disposizione dei programmatori - per interagire con il funzionamento del servizio Gmail dalle applicazioni sviluppate in proprio.

Com'è noto, qualunque casella di posta Gmail può essere gestita via web - dal browser - oppure da un client e-mail che supporti i protocolli POP3 od IMAP. Nel caso di POP3 c'è poco da gestire: le e-mail vengono semplicemente scaricate in locale su richiesta dell'utente.
Affidandosi al protocollo IMAP (previa attivazione dello stesso nelle impostazioni di Gmail), il servizio di Google tiene traccia delle modifiche apportate alla posta in arrivo, la riorganizzazione dei messaggi in cartelle e sottocartelle, l'apposizione o la rimozione delle etichette, lo stato di ciascuna e-mail (letta o non letta) e così via.
All'argomento abbiamo dedicato, in passato, diversi articoli: Configurare Gmail ed usare l'account al meglio; Scaricare la posta da più computer o dispositivi senza perdere i messaggi; Trasferire e-mail da un account all'altro via IMAP.

Utilizzando Google Apps Script era ed è possibile interagire con tutti i servizi della galassia Google, Gmail compreso, predisponendo l'invio automatico di e-mail, l'impostazione di etichette, l'innesco di determinate azioni in risposta a specifici eventi e così via.
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