Uno dei problemi che più spesso affliggono i possessori di smartphone e tablet Android è la durata della batteria. È piuttosto comune, oggi, raccogliere le lamentele di coloro che si lamentano della scarsa durata della batteria di un dispositivo Android.
Un aspetto da tenere immediatamente in considerazione è la tipologia di applicazioni installate sul dispositivo Android: app che restano sempre in esecuzione sono le maggiori responsabili di una ridotta autonomia della batteria.
La funzionalità del sistema operativo Android che permette ad un'applicazione di utilizzare le risorse del telefono anche mentre questo si trova in modalità stand-by, si chiama Wakelock. Il wakelocking può essere parziale, quando lo schermo è spento (ad esempio durante le operazioni di sincronizzazione dei dati); window, allorquando il display venga mantenuto acceso; completo, quando lo schermo viene mantenuto costantemente acceso in modo forzoso.
Un'applicazione come Wakelock Detector consente di stabilire se sul dispositivo Android in uso siano installati e risultino in esecuzione programmi che consumano parecchie risorse e che quindi influiscono esageratamente sulla durata della batteria.
Il funzionamento di Wakelock Detector è molto semplice: dopo aver installato l'applicazione utilizzando lo store Google Play (vedere questa pagina per il download), è consigliabile avviarla e lasciarla in esecuzione sul telefono Android per qualche ora in modo che abbia il tempo di elaborare le statistiche.
La schermata principale di Wakelock Detector off
re di solito le informazioni principali.
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Notizie dal web
Aumentare la durata della batteria su Android: come fare con Wakelock Detector
L'app YouTube per Windows Phone non piace a Google
Microsoft e Google sono di nuovo ai ferri corti. La società di Mountain View ha infatti inviato al quartier generale di Microsoft una lettera con la quale intima all'azienda di Steve Ballmer l'immediata rimozione dell'applicazione YouTube dai dispositivi Windows Phone.
I tecnici di Microsoft, infatti, hanno pubblicato sul Windows Phone Store un'applicazione non sviluppata ufficialmente da Google che permette l'accesso all'intero catalogo dei video pubblicati su YouTube. L'applicazione realizzata da Microsoft, però, non espone alcun banner pubblicitario di Google e quindi, secondo quanto fatto sapere dai legali della società di Page e Brin, violerebbe le condizioni del contratto di licenza d'uso delle API di YouTube.
'Eliminate immediatamente l'applicazione dal Windows Phone Store e disattivatene il download entro il prossimo 22 maggio', ha scritto Google nel suo 'cease-and-desist' (nei Paesi anglosassoni si tratta della comunicazione ufficiale con la quale una società intima ad un altro soggetto di cessare immediatamente i comportamenti lesivi posti in essere e di astenersi dal riproporli in futuro).
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I tecnici di Microsoft, infatti, hanno pubblicato sul Windows Phone Store un'applicazione non sviluppata ufficialmente da Google che permette l'accesso all'intero catalogo dei video pubblicati su YouTube. L'applicazione realizzata da Microsoft, però, non espone alcun banner pubblicitario di Google e quindi, secondo quanto fatto sapere dai legali della società di Page e Brin, violerebbe le condizioni del contratto di licenza d'uso delle API di YouTube.
'Eliminate immediatamente l'applicazione dal Windows Phone Store e disattivatene il download entro il prossimo 22 maggio', ha scritto Google nel suo 'cease-and-desist' (nei Paesi anglosassoni si tratta della comunicazione ufficiale con la quale una società intima ad un altro soggetto di cessare immediatamente i comportamenti lesivi posti in essere e di astenersi dal riproporli in futuro).
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Play Music All Access: la musica in streaming di Google
Dal palco del Google I/O di San Francisco è arrivata un'altra conferma: la società è in procinto di lanciare un servizio per l'ascolto di brani musicali on demand orientandosi su un approccio che appare molto simile a quello di Spotify, recentemente lanciato anche in Italia (vedere Spotify arriva in Italia: musica in streaming, anche gratis e Spotify, niente crittografia e il catalogo diventa scaricabile).
Il nuovo servizio di Google si chiamerà Play Music All Access e permetterà a tutti gli utenti in possesso di account di richiedere i brani musicali preferiti, da riprodurre sul personal computer o sui dispositivi a cuore Android.
Costruito traendo vantaggio dalla struttura già esistente di Google Play, All Access integra anche una serie di funzionalità addizionali che guideranno l'utente alla scoperta di opere che potrebbero essere di suo gradimento.
Rispetto agli altri servizi della galassia Google, non esisterà - almeno nella fase iniziale - la possibilità di fruire gratuitamente del catalogo musicale.
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Il nuovo servizio di Google si chiamerà Play Music All Access e permetterà a tutti gli utenti in possesso di account di richiedere i brani musicali preferiti, da riprodurre sul personal computer o sui dispositivi a cuore Android.
Costruito traendo vantaggio dalla struttura già esistente di Google Play, All Access integra anche una serie di funzionalità addizionali che guideranno l'utente alla scoperta di opere che potrebbero essere di suo gradimento.
Rispetto agli altri servizi della galassia Google, non esisterà - almeno nella fase iniziale - la possibilità di fruire gratuitamente del catalogo musicale.
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Google presenta le novità del servizio Maps
Come previsto, durante l'evento Google I/O di San Francisco, i tecnici del colosso di Mountain View hanno svelato le principali novità che a breve saranno introdotte nel servizio Maps.
Le mappe diverranno protagoniste pressoché esclusive andando ad occupare l'intera area disponibile sullo schermo. I controlli per la navigazione e la gestione degli elementi presenti sulla mappa sono stati infatti riposizionati eliminando la barra laterale (colonna di sinistra) utilizzata sino ad oggi (Google: in arrivo grandi modifiche all'interfaccia di Maps).
Cliccando su una zona qualunque della mappa, Google Maps evidenzierà automaticamente i punti di maggior interesse (come ad esempio locali e ristoranti) indicando la strada più rapida per arrivare a destinazione.
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Le mappe diverranno protagoniste pressoché esclusive andando ad occupare l'intera area disponibile sullo schermo. I controlli per la navigazione e la gestione degli elementi presenti sulla mappa sono stati infatti riposizionati eliminando la barra laterale (colonna di sinistra) utilizzata sino ad oggi (Google: in arrivo grandi modifiche all'interfaccia di Maps).
Cliccando su una zona qualunque della mappa, Google Maps evidenzierà automaticamente i punti di maggior interesse (come ad esempio locali e ristoranti) indicando la strada più rapida per arrivare a destinazione.
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Skype 'legge' alcuni URL inseriti nei messaggi
Skype legge tutti i messaggi che vengono scambiati tra gli utenti iscritti al servizio. È quanto sostengono gli esperti tedeschi di 'The H', dopo aver effettuato una serie di verifiche. La scoperta è avvenuta per caso, analizzando il traffico in ingresso su alcuni indirizzi HTTPS precedentemente scambiati attraverso il sistema di messaggistica integrato in Skype.
I tecnici di 'The H' hanno scoperto che, dopo essersi scambiati privatamente - attraverso Skype - un URL HTTPS, lo stesso indirizzo ha ricevuto una visita da parte di un IP Microsoft. Il medesimo comportamento è stato osservato su qualsiasi indirizzo HTTPS mentre gli URL HTTP (che non utilizzano, quindi, un collegamento cifrato) non sembrano attualmente essere presi in considerazione.
Durante le verifiche si sono utilizzati due indirizzi HTTPS di test, uno dei quali contenente dei dati di autenticazione mostrati in chiaro nell'URL mentre l'altro facente riferimento ad un servizio privato per la condivisione di file in Rete.
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I tecnici di 'The H' hanno scoperto che, dopo essersi scambiati privatamente - attraverso Skype - un URL HTTPS, lo stesso indirizzo ha ricevuto una visita da parte di un IP Microsoft. Il medesimo comportamento è stato osservato su qualsiasi indirizzo HTTPS mentre gli URL HTTP (che non utilizzano, quindi, un collegamento cifrato) non sembrano attualmente essere presi in considerazione.
Durante le verifiche si sono utilizzati due indirizzi HTTPS di test, uno dei quali contenente dei dati di autenticazione mostrati in chiaro nell'URL mentre l'altro facente riferimento ad un servizio privato per la condivisione di file in Rete.
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Germania: Google elimini i suggerimenti ingiuriosi
Una sentenza della corte federale tedesca, equivalente alla nostra Cassazione, ha messo la parola fine ad una vicenda che vedeva protagonista il motore di ricerca di Google.
I giudici si sono dovuti esprimere a proposito delle lamentele di un imprenditore che, digitando il suo nome e cognome nel motore di ricerca di Google, aveva visto affiancate le parole 'truffa' e 'scientology'. I due termini, che l'imprenditore ha ritenuto non solo falsi ma anche diffamatori (e quindi lesivi del suo onore, della sua immagine e della sua reputazione), venivano automaticamente consigliati dal servizio 'Autocomplete' di Google (precedentemente conosciuto col nome di Google Suggest), sotto forma di 'ricerca correlata'.
Autocomplete, com'è noto, permette di semplificare le ricerche offrendo indicazioni sulle interrogazioni più frequentemente inviate dagli utenti, riduce gli errori di ortografia (nella casella di ricerca di Google compaiono le parole chiave nella forma corretta) e consente l'introduzione più rapida delle informazioni (non serve più digitare l'intera query ma è possibile scegliere tra quelle proposte).
Così come avevano i sentenziato i togati del Tribunale di Milano nel 2011, anche la Germania ha imposto a Google di eliminare immediatamente 'l'accostamento' dei termini ingiuriosi al nome dell'imprenditore denunciante specificando però che la società di Mountain View non è tenuta ad un controllo a priori delle informazioni proposte agli utenti.
La decisione tedesca, sulla falsa riga di quella presa dai giudici italiani tempo fa, si attiene alle disposizioni europee che dispensano l''intermediario della comunicazione' dall'eff ettuare controlli ex ante e dall'imporre filtri.
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I giudici si sono dovuti esprimere a proposito delle lamentele di un imprenditore che, digitando il suo nome e cognome nel motore di ricerca di Google, aveva visto affiancate le parole 'truffa' e 'scientology'. I due termini, che l'imprenditore ha ritenuto non solo falsi ma anche diffamatori (e quindi lesivi del suo onore, della sua immagine e della sua reputazione), venivano automaticamente consigliati dal servizio 'Autocomplete' di Google (precedentemente conosciuto col nome di Google Suggest), sotto forma di 'ricerca correlata'.
Autocomplete, com'è noto, permette di semplificare le ricerche offrendo indicazioni sulle interrogazioni più frequentemente inviate dagli utenti, riduce gli errori di ortografia (nella casella di ricerca di Google compaiono le parole chiave nella forma corretta) e consente l'introduzione più rapida delle informazioni (non serve più digitare l'intera query ma è possibile scegliere tra quelle proposte).
Così come avevano i sentenziato i togati del Tribunale di Milano nel 2011, anche la Germania ha imposto a Google di eliminare immediatamente 'l'accostamento' dei termini ingiuriosi al nome dell'imprenditore denunciante specificando però che la società di Mountain View non è tenuta ad un controllo a priori delle informazioni proposte agli utenti.
La decisione tedesca, sulla falsa riga di quella presa dai giudici italiani tempo fa, si attiene alle disposizioni europee che dispensano l''intermediario della comunicazione' dall'eff ettuare controlli ex ante e dall'imporre filtri.
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Microsoft conferma: anteprima di Windows 8.1 il 26 giugno
L'ufficializzazione è arrivata nella giornata di ieri con la partecipazione di Tami Reller, Chief Marketing Officer e Chief Financial Officer di Microsoft alla JP Morgan's Technology, Media and Telecom Conference di Boston.
Pochi giorni dopo l'annuncio del raggiungimento del tetto dei 100 milioni di licenze consegnate per Windows 8 e a breve distanza da quella prima ammissione di necessità di rivisitazione di alcuni aspetti del nuovo sistema operativo, è toccato alla manager fare il punto, confermare e sintetizzare una serie di voci che da tempo si rincorrono.
Abbandonata ormai la definizione di Windows Blue, usata nei mesi scorsi, il primo importante aggiornamento di Windows 8 si chiamerà Windows 8.1, sarà disponibile nel corso dell'anno, probabilmente tra il mese di agosto e quello di settembre, e, soprattutto, andrà in public preview a partire dal prossimo 26 giugno.
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Pochi giorni dopo l'annuncio del raggiungimento del tetto dei 100 milioni di licenze consegnate per Windows 8 e a breve distanza da quella prima ammissione di necessità di rivisitazione di alcuni aspetti del nuovo sistema operativo, è toccato alla manager fare il punto, confermare e sintetizzare una serie di voci che da tempo si rincorrono.
Abbandonata ormai la definizione di Windows Blue, usata nei mesi scorsi, il primo importante aggiornamento di Windows 8 si chiamerà Windows 8.1, sarà disponibile nel corso dell'anno, probabilmente tra il mese di agosto e quello di settembre, e, soprattutto, andrà in public preview a partire dal prossimo 26 giugno.
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'Patch day' Microsoft di maggio: dieci aggiornamenti
In occasione del 'patch day' di maggio, Microsoft ha rilasciato dieci aggiornamenti di sicurezza destinati alla risoluzione di alcuni bug presenti in Windows, Internet Explorer, .NET Framework, Office, Windows Essentials e Lync.
Dei dieci bollettini di sicurezza, solamente due sono classificati come 'critici' mentre i restanti otto come 'importanti'.
Secondo l'analisi dei tecnici Microsoft, le patch da applicare senza indugio sono le prime due (MS13-037 e MS13-038). L'uno è un aggiornamento cumulativo destinato a tutte le versioni di Internet Explorer mentre l'altro consente di sanare una lacuna di sicurezza scoperta in Internet Explorer 8.0 e 9.0 (si tratta della falla che avevamo documentato, qualche giorno fa, con l'articolo Brutta falla di sicurezza in Internet Explorer 8.0).
La patch MS13-039 dà invece modo di correggere il comportamento anomalo tenuto dal file di sistema HTTP.sys che, su Windows 8, Windows RT e Windows Server 2012 potrebbe facilitare attacchi di tipo Denial of Service (DoS).
Altrettanto importante il bollettino MS13-040 che si rivolge agli utenti di diverse versioni del Framework .NET.
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Dei dieci bollettini di sicurezza, solamente due sono classificati come 'critici' mentre i restanti otto come 'importanti'.
Secondo l'analisi dei tecnici Microsoft, le patch da applicare senza indugio sono le prime due (MS13-037 e MS13-038). L'uno è un aggiornamento cumulativo destinato a tutte le versioni di Internet Explorer mentre l'altro consente di sanare una lacuna di sicurezza scoperta in Internet Explorer 8.0 e 9.0 (si tratta della falla che avevamo documentato, qualche giorno fa, con l'articolo Brutta falla di sicurezza in Internet Explorer 8.0).
La patch MS13-039 dà invece modo di correggere il comportamento anomalo tenuto dal file di sistema HTTP.sys che, su Windows 8, Windows RT e Windows Server 2012 potrebbe facilitare attacchi di tipo Denial of Service (DoS).
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