Nel corso del suo evento Windows 10 Devices, Microsoft ha presentato anche il nuovo Band 2, versione migliorata dello smartband con funzionalità di monitoraggio per gli sportivi. Il Microsoft Band 2 è un braccialetto intelligente che integra modulo GPS, supporto Bluetooth 4.0 LE, sensore per il rilevamento del battito cardiaco e rilevazione del VO2 max ossia della quantità di ossigeno che il corpo sta utilizzando (l'errore è dell'1-2%), giroscopio/accelerometro, sensore di luminosità/raggi ultravioletti, barometro, microfono e motore per far vibrare il dispositivo.
Dotato di uno schermo da 32x21,8 millimetri (risoluzione 320 x 128 pixel) curvo ed antigraffio (Gorilla Glass 3), Band 2 propone un cinturino migliore, traspirante e flessibile.
Il nuovo braccialetto Microsoft è compatibile con qualunque smartphone Android 4.4 (o versioni successive), iOS 8.1.2 e seguenti e Windows Phone 8.1 (o successivi).
Stando a quanto dichiarato, la batteria del Band 2 è capace di ricaricarsi in meno di un'ora e mezza e l'autonomia è pari ad un paio di giorni, in condizioni di utilizzo normali.
Band 2 costerà 249 dollari (prezzo europeo ancora da confermare) e verrà commercializzato a partire dal prossimo 30 ottobre.
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Notizie dal web
Band 2, il nuovo braccialetto intelligente per il fitness
Google risolve le vulnerabilità Stagefright in Android
Google ha risolto il 'secondo round' di vulnerabilità scoperte nella libreria multimediale Stagefright, in Android (vedere Stagefright 2.0, nuove falle di sicurezza in Android).
Una delle due lacune di sicurezza è presente in Android, ormai, dal 2008 e può potenzialmente porre a rischio milioni di utenti, possessori di un dispositivo mobile basato sul robottino verde.
Stando a quanto riferito da Google (vedere anche questo bolletino), le lacune scoperte in Stagefright non dovrebbero essere al momento oggetto di alcun attacco. In altre parole, nessun aggressore remoto le starebbe ad oggi utilizzando per eseguire codice nocivo sui dispositivi degli utenti Android.
Dal momento che le falle presenti nella libreria Stagefright di Android potrebbero essere sfruttate semplicemente persuadendo l'utente ad aprire una pagina web malevola oppure a visualizzare, anche in anteprima, un contenuto audio/video contenente il codice exploit, è bene agire per tempo e prevenire i rischi d'attacco.
Come? Installando gli aggiornamenti Android rilasciati dal produttore del proprio dispositivo o, nel caso in cui gli aggiornamenti non fossero distribuiti, valutare l'installazione di una ROM personalizzata (costantemente adeguata dalla comunità degli sviluppatori; vedere Installare ROM Android e aggiornare all'ultima versione)..
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Una delle due lacune di sicurezza è presente in Android, ormai, dal 2008 e può potenzialmente porre a rischio milioni di utenti, possessori di un dispositivo mobile basato sul robottino verde.
Stando a quanto riferito da Google (vedere anche questo bolletino), le lacune scoperte in Stagefright non dovrebbero essere al momento oggetto di alcun attacco. In altre parole, nessun aggressore remoto le starebbe ad oggi utilizzando per eseguire codice nocivo sui dispositivi degli utenti Android.
Dal momento che le falle presenti nella libreria Stagefright di Android potrebbero essere sfruttate semplicemente persuadendo l'utente ad aprire una pagina web malevola oppure a visualizzare, anche in anteprima, un contenuto audio/video contenente il codice exploit, è bene agire per tempo e prevenire i rischi d'attacco.
Come? Installando gli aggiornamenti Android rilasciati dal produttore del proprio dispositivo o, nel caso in cui gli aggiornamenti non fossero distribuiti, valutare l'installazione di una ROM personalizzata (costantemente adeguata dalla comunità degli sviluppatori; vedere Installare ROM Android e aggiornare all'ultima versione)..
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Surface Pro 4, il nuovo convertibile Microsoft
Un 'convertibile', per definizione, è un vero e proprio PC che - però - può trasformarsi al bisogno in un tablet grazie alla possibilità di disconnettere la tastiera. Il nuovo Surface Pro 4 rispecchia in toto la definizione di 'convertibile': il dispositivo, infatti, poggia su un processore Intel Skylake, anche se nella versione più economica Core M (Intel Skylake, i dettagli sulla nuova famiglia di processori).
Purtuttavia, il processore Core M consentirà - stando a quanto dichiarato - di ottenere prestazioni migliori del 50% rispetto al Core i7 utilizzato nel Surface Pro 3.
Una delle novità più importanti dl Surface Pro 4, comunque, è incentrata sullo schermo. La tecnologia PixelSense, coadiuvata dallo speciale chip Microsoft G5, responsabile della gestione della parte ottica.
Spesso appena 8,45 mm e pesante 766 grammi, il Surface Pro 4 può essere acquistato in differenti configurazioni equipaggiate anche con 16 GB di memoria RAM ed unità SSD da 1 TB di capienza.
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Purtuttavia, il processore Core M consentirà - stando a quanto dichiarato - di ottenere prestazioni migliori del 50% rispetto al Core i7 utilizzato nel Surface Pro 3.
Una delle novità più importanti dl Surface Pro 4, comunque, è incentrata sullo schermo. La tecnologia PixelSense, coadiuvata dallo speciale chip Microsoft G5, responsabile della gestione della parte ottica.
Spesso appena 8,45 mm e pesante 766 grammi, il Surface Pro 4 può essere acquistato in differenti configurazioni equipaggiate anche con 16 GB di memoria RAM ed unità SSD da 1 TB di capienza.
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Microsoft lancia Lumia 950 e 950 XL, le caratteristiche
L'evento di ieri 6 ottobre ha segnato per Microsoft l'ingresso ufficiale nell''era Windows 10'. La società di Redmond ha infatti presentato una serie di prodotti hardware pensati per contribuire alla creazione di un ecosistema basato su Windows 10.
Il più recente sistema operativo Microsoft, rilasciato in versione finale lo scorso 29 luglio, ha complessivamente registrato un'ottima accoglienza da parte dell'utenza facendo segnare oltre 110 milioni di installazioni in appena 10 settimane dalla data di lancio.
Secondo NetApplications (dati riferiti a settembre 2015), Windows 10 avrebbe già guadagnato quasi il 7% del mercato. Basti pensare che Windows 8.1 è quasi all'11%, in discesa, il vecchio Windows XP al 12% e leader per il momento incontrastato resta Windows 7 con il 56% circa della 'torta'.
La sfida per Microsoft è, a questo punto, quella di risalire la china in ambito mobile.
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Il più recente sistema operativo Microsoft, rilasciato in versione finale lo scorso 29 luglio, ha complessivamente registrato un'ottima accoglienza da parte dell'utenza facendo segnare oltre 110 milioni di installazioni in appena 10 settimane dalla data di lancio.
Secondo NetApplications (dati riferiti a settembre 2015), Windows 10 avrebbe già guadagnato quasi il 7% del mercato. Basti pensare che Windows 8.1 è quasi all'11%, in discesa, il vecchio Windows XP al 12% e leader per il momento incontrastato resta Windows 7 con il 56% circa della 'torta'.
La sfida per Microsoft è, a questo punto, quella di risalire la china in ambito mobile.
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Cambiare indirizzo email, ecco come fare
È cosa nota: alcuni provider Internet italiani hanno da tempo attivato limitazioni che impediscono di accedere da qualunque client email se non si utilizza una connessione di rete del medesimo fornitore. Dinanzi a queste restrizioni non sono pochi gli utenti a manifestare l'esigenza di cambiare indirizzo email.
Consultare la propria casella di posta da web è infatti estremamente limitante, soprattutto nell'era del “tutto connesso” e dell'utilizzo di un gran numero di dispositivi per accedere al medesimo account email.
Quando si sceglie di cambiare indirizzo email, è bene tenere presenti alcuni aspetti fondamentali. Oggi è infatti estremamente consigliato, soprattutto se si usano più dispositivi diversi per accedere al proprio account di posta, orientarsi su un servizio che permetta l'uso del protocollo IMAP.
Il protocollo IMAP è nato, infatti, proprio con lo scopo di facilitare la consultazione della posta da più dispositivi differenti senza essere costretti, come accade nel caso di POP3, ad “equilibrismi” tutt'altro che pratici (come lasciare la posta elettronica sul server e scaricarla definitivamente solo da un device).
Nell'articolo Differenza tra POP3 e IMAP: cosa cambia nella ricezione della posta abbiamo chiarito perché IMAP e diverso da POP3 e quando dovrebbe essere usato.
Nel caso di IMAP, i messaggi sono lasciati sul server di posta e memorizzati temporaneamente nella cache del client email.
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Consultare la propria casella di posta da web è infatti estremamente limitante, soprattutto nell'era del “tutto connesso” e dell'utilizzo di un gran numero di dispositivi per accedere al medesimo account email.
Quando si sceglie di cambiare indirizzo email, è bene tenere presenti alcuni aspetti fondamentali. Oggi è infatti estremamente consigliato, soprattutto se si usano più dispositivi diversi per accedere al proprio account di posta, orientarsi su un servizio che permetta l'uso del protocollo IMAP.
Il protocollo IMAP è nato, infatti, proprio con lo scopo di facilitare la consultazione della posta da più dispositivi differenti senza essere costretti, come accade nel caso di POP3, ad “equilibrismi” tutt'altro che pratici (come lasciare la posta elettronica sul server e scaricarla definitivamente solo da un device).
Nell'articolo Differenza tra POP3 e IMAP: cosa cambia nella ricezione della posta abbiamo chiarito perché IMAP e diverso da POP3 e quando dovrebbe essere usato.
Nel caso di IMAP, i messaggi sono lasciati sul server di posta e memorizzati temporaneamente nella cache del client email.
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Google Glass e ologrammi con la tecnologia Magic Leap?
È di oggi la notizia di un brevetto pubblicato da Google che descrive la possibilità di utilizzare ologrammi con gli occhiali per la realtà aumentata come i Google Glass.
Attualmente è difficile fare previsioni attendibili ma qualche indizio già c'è. La società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha infatti investito una somma pari a 542 milioni di dollari in Magic Leap: Google investe sulla realtà aumentata con Magic Leap.
I nuovi Google Glass (la prima versione è stata ormai definitivamente abbandonata: Project Aura, così si chiamano i nuovi occhiali Google) od un futuro modello degli occhiali intelligenti, potrebbero quindi fungere da strumento per la visualizzazione di ologrammi, un po´ come accade con Microsoft HoloLens (HoloLens cambia il mondo circostante con gli ologrammi).
Sebbene non vi sia alcuna conferma, quindi, Google potrebbe legare i suoi occhiali per la realtà aumentata - ribattezzati Project Aura - con la tecnologia Magic Leap: Magic Leap mostra il suo concetto di realtà aumentata.
Google potrebbe quindi rendere gli ologrammi oggetti virtuali in grado però di interagire con il mondo circostante, non quindi semplicemente 'incollati' sopra quanto osservato con gli occhiali.
Il tutto è spiegato in questo documento pubblicato sul sito dell'ufficio brevetti statunitense.
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Attualmente è difficile fare previsioni attendibili ma qualche indizio già c'è. La società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha infatti investito una somma pari a 542 milioni di dollari in Magic Leap: Google investe sulla realtà aumentata con Magic Leap.
I nuovi Google Glass (la prima versione è stata ormai definitivamente abbandonata: Project Aura, così si chiamano i nuovi occhiali Google) od un futuro modello degli occhiali intelligenti, potrebbero quindi fungere da strumento per la visualizzazione di ologrammi, un po´ come accade con Microsoft HoloLens (HoloLens cambia il mondo circostante con gli ologrammi).
Sebbene non vi sia alcuna conferma, quindi, Google potrebbe legare i suoi occhiali per la realtà aumentata - ribattezzati Project Aura - con la tecnologia Magic Leap: Magic Leap mostra il suo concetto di realtà aumentata.
Google potrebbe quindi rendere gli ologrammi oggetti virtuali in grado però di interagire con il mondo circostante, non quindi semplicemente 'incollati' sopra quanto osservato con gli occhiali.
Il tutto è spiegato in questo documento pubblicato sul sito dell'ufficio brevetti statunitense.
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Missioni Apollo, la NASA pubblica le foto originali
Migliaia di foto scattate durante le missioni spaziali del programma Apollo sono state appena caricate su Flickr dai tecnici della NASA e rese di pubblico dominio. Si tratta di immagini di una bellezza disarmante che ritraggono le varie fasi delle spedizioni culminate, il 20 luglio 1969, con lo storico allunaggio (Apollo 11).
L'archivio fotografico della NASA contiene anche centinaia di foto relative alla sfortunata missione Apollo 13, durante la quale un'esplosione sul modulo di servizio impedì la discesa degli astronauti sulla Luna e li costrinse ad un rischioso rientro.
Il ricco album pubblicato su Flickr si conclude con le immagini relative ad Apollo 17, missione con cui - nel 1972 - la NASA chiuse il programma capace di porre alcune pietre miliari nella storia del volo umano nello spazio, precedentemente limitati alle missioni in orbita terrestre bassa.
Fino ad oggi l'allunaggio è avvenuto sei volte e gli astronauti (complessivamente 12) sono scesi sul suolo lunare nell'ambito delle missioni Apollo (11, 12, 14, 15, 16 e 17; vedere anche questa pagina).
Tutte le foto apparse oggi su Flickr sono una scansione digitale effettuata a partire dalle immagini originali scattate dagli astronauti delle missioni Apollo.
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L'archivio fotografico della NASA contiene anche centinaia di foto relative alla sfortunata missione Apollo 13, durante la quale un'esplosione sul modulo di servizio impedì la discesa degli astronauti sulla Luna e li costrinse ad un rischioso rientro.
Il ricco album pubblicato su Flickr si conclude con le immagini relative ad Apollo 17, missione con cui - nel 1972 - la NASA chiuse il programma capace di porre alcune pietre miliari nella storia del volo umano nello spazio, precedentemente limitati alle missioni in orbita terrestre bassa.
Fino ad oggi l'allunaggio è avvenuto sei volte e gli astronauti (complessivamente 12) sono scesi sul suolo lunare nell'ambito delle missioni Apollo (11, 12, 14, 15, 16 e 17; vedere anche questa pagina).
Tutte le foto apparse oggi su Flickr sono una scansione digitale effettuata a partire dalle immagini originali scattate dagli astronauti delle missioni Apollo.
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Software: PeaZip 5.8.0
PeaZip è un valido software per la compressione di file e cartelle. Disponibile nelle versioni per Windows e per Linux, PeaZip supporta molteplici formati quali 7Z, 7-Zip sfx, ARJ, BZip2, CAB, CHM, CPIO, DEB, GZip, ISO, JAR, LHA, LZH, NSIS, OOo, PAQ, PEA, QUAD, RAR, RPM, split, TAR, Z e ZIP. Il software può produrre file compressi anche nel formato nativo .PEA.
L'interfaccia del programma non segue lo stile della shell di Windows ma appare piuttosto simile a quella di un semplice software di masterizzazioni, proponendo una serie di grandi pulsanti all'interno della barra degli strumenti.
Tra le funzionalità meno comuni tra i programmi della sua categoria, PeaZip integra anche la possibilità di memorizzare informazioni sugli archivi prodotti in modo da velocizzare la procedura di archivazione e l'effettuazione di backup frequenti.
La versione che vi proponiamo è quella destinata a sistemi Windows a 32 bit.
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L'interfaccia del programma non segue lo stile della shell di Windows ma appare piuttosto simile a quella di un semplice software di masterizzazioni, proponendo una serie di grandi pulsanti all'interno della barra degli strumenti.
Tra le funzionalità meno comuni tra i programmi della sua categoria, PeaZip integra anche la possibilità di memorizzare informazioni sugli archivi prodotti in modo da velocizzare la procedura di archivazione e l'effettuazione di backup frequenti.
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