Con il prossimo aggiornamento di Windows 10 debutterà Windows Defender Application Guard per Microsoft Edge, un meccanismo che permetterà di eseguire il browser Edge all'interno di una macchina virtuale.
Edge utilizza già una sandbox per la gestione dei suoi processi: il browser, in questo modo, gode di una limitata libertà d'azione nell'accedere ai componenti del sistema. Eventuale codice maligno sviluppato per fare danni sull'intero sistema, dovrebbe sfruttare qualche vulnerabilità insita nella sandbox per liberarsi dalle sue maglie.
Windows Defender Application Guard per Microsoft Edge, invece, utilizzerà una struttura estremamente leggera per avviare il browser da una macchina virtuale vera e propria (verrà installato l'hypervisor Hyper-V).
In questo modo, il fossato che verrà creato attorno a Edge sarà ancora più largo e profondo: nulla potrà uscire dalla macchina virtuale ed essere eseguito sul sistema operativo.
Potenzialmente, lo stesso meccanismo potrà in futuro essere utilizzato per virtualizzare qualunque altra applicazione, anche di terze parti.
Al momento, però, Microsoft ha preferito guardare al solo Edge non fornendo neppure delle API che permettano di interfacciarsi con Application Guard.
Il sistema richiede infatti il supporto delle estensioni per la virtualizzazione da parte della CPU (ad esempio Intel VT-d) e, per la stessa natura di Application Guard, alcune informazioni vengono perse alla chiusura della macchina virtuale: vengono annullate tutte le eventuali modifiche apportate alla configurazione del sistema.
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Notizie dal web
Edge sarà eseguito in una macchina virtuale
Ripristino configurazione di sistema esiste ancora: come funziona
Windows 10 punta tutto sulla funzionalità Reimposta il PC tanto che il buon vecchio Ripristino configurazione di sistema, spesso, non è neppure attivo.
Eppure, sin dai tempi di Windows XP e, prima ancora, di Windows 2000, Ripristino configurazione di sistema è una funzionalità utile per annullare gli effetti dell'installazione di un nuovo driver, di un'applicazione oppure di un intervento tecnico maldestro.
Ripristino configurazione di sistema consente di creare dei 'punti di ripristino', salvagente che danno modo di riportare Windows a un precedente stato certamente funzionante.
Ciascun 'punto di ripristino' contiene infatti file di sistema di Windows, file dei programmi, impostazioni del registro, informazioni sui driver installati.
Un nuovo punto di ripristino può essere creato manualmente ogniqualvolta lo si ritenga opportuno anche se Windows provvede alla creazione di un punto di ripristino all'installazione di un nuovo software/driver, prima di applicare un aggiornamento scaricato attraverso Windows Update o comunque a cadenza settimanale.
L'utilità non salva nei suoi punti di ripristino alcun file personale degli utenti (non è un'utility di backup!...) e, di conseguenza, non sovrascrive nessuno di tali elementi nel caso in cui si decidesse di recuperare un precedente punto di ripristino.
Qualunque applicazione installata dopo l'istante in cui viene creato un punto di ripristino verrà automaticamente disinstallata nel momento in cui lo stesso punto di ripristino sarà recuperato.
Le applicazioni, invece, che sono state disinstallate dopo la creazione del punto di ripristino verranno riportate in auge.
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Eppure, sin dai tempi di Windows XP e, prima ancora, di Windows 2000, Ripristino configurazione di sistema è una funzionalità utile per annullare gli effetti dell'installazione di un nuovo driver, di un'applicazione oppure di un intervento tecnico maldestro.
Ripristino configurazione di sistema consente di creare dei 'punti di ripristino', salvagente che danno modo di riportare Windows a un precedente stato certamente funzionante.
Ciascun 'punto di ripristino' contiene infatti file di sistema di Windows, file dei programmi, impostazioni del registro, informazioni sui driver installati.
Un nuovo punto di ripristino può essere creato manualmente ogniqualvolta lo si ritenga opportuno anche se Windows provvede alla creazione di un punto di ripristino all'installazione di un nuovo software/driver, prima di applicare un aggiornamento scaricato attraverso Windows Update o comunque a cadenza settimanale.
Ripristino configurazione di sistema ha qualche effetto sui file personali?
L'utilizzo dell'utilità Ripristino configurazione di sistema non ha nulla a che vedere con l'effettuazione e il ripristino di backup del contenuto del sistema.L'utilità non salva nei suoi punti di ripristino alcun file personale degli utenti (non è un'utility di backup!...) e, di conseguenza, non sovrascrive nessuno di tali elementi nel caso in cui si decidesse di recuperare un precedente punto di ripristino.
Come si comporta l'utilità Ripristino configurazione di sistema con le applicazioni installate?
Diametralmente opposto, invece, è il comportamento che viene tenuto da Ripristino configurazione di sistema nel caso delle applicazioni.Qualunque applicazione installata dopo l'istante in cui viene creato un punto di ripristino verrà automaticamente disinstallata nel momento in cui lo stesso punto di ripristino sarà recuperato.
Le applicazioni, invece, che sono state disinstallate dopo la creazione del punto di ripristino verranno riportate in auge.
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HP sblocca le stampanti: sì alle cartucce compatibili
Il caso era scoppiato qualche giorno fa quando diversi utenti, possessori di stampanti HP Officejet hanno segnalato il blocco delle stesse: Stampante HP bloccata con cartucce non originali?.
Un messaggio d'errore informava circa un problema legato alle cartucce in uso (spesso non citando neppure l'utilizzo di cartucce compatibili).
HP ha confermato che il problema era dovuto al rilascio di una nuova versione del firmware per le stampanti Officejet che di fatto impediva la stampa usando cartucce non originali. In realtà, il firmware - in forza della presenza del chip originale HP - tollerava l'utilizzo di cartucce rigenerate ma causava il blocco delle stampanti con cartucce compatibili, prodotte da parte di terzi.
L'azienda di Palo Alto, leader nel mercato delle stampanti, si è appena scusata coi suoi clienti per l'accaduto e ha anticipato che a breve è previsto il rilascio di una nuova versione del firmware.
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Un messaggio d'errore informava circa un problema legato alle cartucce in uso (spesso non citando neppure l'utilizzo di cartucce compatibili).
HP ha confermato che il problema era dovuto al rilascio di una nuova versione del firmware per le stampanti Officejet che di fatto impediva la stampa usando cartucce non originali. In realtà, il firmware - in forza della presenza del chip originale HP - tollerava l'utilizzo di cartucce rigenerate ma causava il blocco delle stampanti con cartucce compatibili, prodotte da parte di terzi.
L'azienda di Palo Alto, leader nel mercato delle stampanti, si è appena scusata coi suoi clienti per l'accaduto e ha anticipato che a breve è previsto il rilascio di una nuova versione del firmware.
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Come creare account Microsoft e quando preferire un account locale
Con Windows 8.1 e Windows 10, Microsoft ha iniziato a spingere sulla sostituzione degli account locali con gli account Microsoft.
Creare un account Microsoft offre la possibilità di legare l'account utente che si utilizza in Windows 8.1 o Windows 10 con il cloud.
Effettuando il login in Windows con un account Microsoft:
- Sarà possibile attivare sin da subito la sincronizzazione del contenuto delle cartelle Documenti, Immagini, Download e così via con il servizio OneDrive.
Anche in Windows 10, comunque, il client OneDrive integrato nel sistema può essere utilizzato pur con un account utente locale (basta indicare le credenziali d'accesso a un account Microsoft).
- Le impostazioni del sistema operativo saranno conservate sui server Microsoft e verranno automaticamente ripristinate, ad esempio, al momento della reinstallazione di Windows (si pensi allo sfondo e alle icone del desktop, al tema prescelto e così via).
- Si potrà utilizzare la funzione che permette di individuare la posizione di un dispositivo perso oppure rubato (accessibile cliccando qui; vedere anche Rintracciare il portatile rubato, alcuni suggerimenti).
- Accedere direttamente all'account di posta Outlook.com e sincronizzare i propri impegni con il calendario di Outlook (vedere Configurare posta in Windows 10 con l'app di sistema).
- Nel caso in cui si fosse aggiornato a Windows 10 partendo da Windows 7 o Windows 8.1 (è ancora possibile farlo, gratuitamente: Aggiornare a Windows 10 è ancora possibile senza sborsare un centesimo), l'utilizzo di un account Microsoft permetterà di legare il diritto digitale (o 'licenza digitale') a tale account.
In questo modo, sarà più facile ripristinare Windows 10 e attivare il sistema operativo, ad esempio, in seguito ad una importante modifica della configurazione hardware: Come attivare Windows 10 dopo il cambio dell'hardware.
L'utilizzo di un account locale è invece consigliato quando non si vogliono caricare i propri dati sul cloud di Microsoft e si preferisce mantenere tutte le informazioni personali sul sistema in uso.
Nel caso in cui si accedesse con un account Microsoft, sotto il proprio nome apparirà l'indirizzo email associato a tale account e il link Gestisci il mio account Microsoft.
Viceversa, apparirà l'indicazione Account locale e il link Accedi con un account Microsoft.
La schermata successiva, nel caso in cui non si possedesse un account Microsoft, permetterà di crearne uno facendo clic sul link Crearne uno ora.
Dopo aver trasformato un account locale in un account Microsoft, la password precedentemente usata per accedere a WIndows non sarà più valida e bisognerà digitare quella dell'account Microsoft.
La password dell'account Microsoft deve essere scelta sempre in modo ragionato: la password deve essere lunga e complessa.
Per evitare di dover digitare, ogni volta, tale password, è possibile configurare l'accesso mediante password grafica, Windows Hello (ove disponibile una videocamera compatibile o un lettore di impronte digitali) oppure un comodo PIN: Il PIN di Windows 10 è sicuro?.
Per impostare le modalità di accesso a Windows alternative all'inserimento della password, è sufficiente digitare Opzioni di accesso nella casella di ricerca.
Anche per accedere alle risorse condivise dall'utente che utilizza un account Microsoft, da altre workstation collegate in rete locale, bisognerà indicare la password di tale account.
Per questo tipo di attività, suggeriamo di creare sempre un account locale.
Nell'articolo Condividere file e cartelle in Windows 10 abbiamo spiegato i passaggi da seguire.
Ovviamente, è possibile trasformare un account Microsoft in un account locale.
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Creare un account Microsoft offre la possibilità di legare l'account utente che si utilizza in Windows 8.1 o Windows 10 con il cloud.
Effettuando il login in Windows con un account Microsoft:
- Sarà possibile attivare sin da subito la sincronizzazione del contenuto delle cartelle Documenti, Immagini, Download e così via con il servizio OneDrive.
Anche in Windows 10, comunque, il client OneDrive integrato nel sistema può essere utilizzato pur con un account utente locale (basta indicare le credenziali d'accesso a un account Microsoft).
- Le impostazioni del sistema operativo saranno conservate sui server Microsoft e verranno automaticamente ripristinate, ad esempio, al momento della reinstallazione di Windows (si pensi allo sfondo e alle icone del desktop, al tema prescelto e così via).
- Si potrà utilizzare la funzione che permette di individuare la posizione di un dispositivo perso oppure rubato (accessibile cliccando qui; vedere anche Rintracciare il portatile rubato, alcuni suggerimenti).
- Accedere direttamente all'account di posta Outlook.com e sincronizzare i propri impegni con il calendario di Outlook (vedere Configurare posta in Windows 10 con l'app di sistema).
- Nel caso in cui si fosse aggiornato a Windows 10 partendo da Windows 7 o Windows 8.1 (è ancora possibile farlo, gratuitamente: Aggiornare a Windows 10 è ancora possibile senza sborsare un centesimo), l'utilizzo di un account Microsoft permetterà di legare il diritto digitale (o 'licenza digitale') a tale account.
In questo modo, sarà più facile ripristinare Windows 10 e attivare il sistema operativo, ad esempio, in seguito ad una importante modifica della configurazione hardware: Come attivare Windows 10 dopo il cambio dell'hardware.
L'utilizzo di un account locale è invece consigliato quando non si vogliono caricare i propri dati sul cloud di Microsoft e si preferisce mantenere tutte le informazioni personali sul sistema in uso.
Come scoprire se si sta usando un account Microsoft o locale
Per sapere, a colpo d'occhio, se si sta utilizzando un account Microsoft o un account locale, è sufficiente digitare Gestisci il tuo account nella casella di ricerca di Windows.Nel caso in cui si accedesse con un account Microsoft, sotto il proprio nome apparirà l'indirizzo email associato a tale account e il link Gestisci il mio account Microsoft.
Viceversa, apparirà l'indicazione Account locale e il link Accedi con un account Microsoft.
Creare account Microsoft
Creare un account Microsoft da usare anche in Windows 8.1 o in Windows 10 è molto semplice: basta visitare questa pagina oppure fare clic su Accedi con un account Microsoft per convertire un account locale in account Microsoft.La schermata successiva, nel caso in cui non si possedesse un account Microsoft, permetterà di crearne uno facendo clic sul link Crearne uno ora.
Dopo aver trasformato un account locale in un account Microsoft, la password precedentemente usata per accedere a WIndows non sarà più valida e bisognerà digitare quella dell'account Microsoft.
La password dell'account Microsoft deve essere scelta sempre in modo ragionato: la password deve essere lunga e complessa.
Per evitare di dover digitare, ogni volta, tale password, è possibile configurare l'accesso mediante password grafica, Windows Hello (ove disponibile una videocamera compatibile o un lettore di impronte digitali) oppure un comodo PIN: Il PIN di Windows 10 è sicuro?.
Per impostare le modalità di accesso a Windows alternative all'inserimento della password, è sufficiente digitare Opzioni di accesso nella casella di ricerca.
Anche per accedere alle risorse condivise dall'utente che utilizza un account Microsoft, da altre workstation collegate in rete locale, bisognerà indicare la password di tale account.
Per questo tipo di attività, suggeriamo di creare sempre un account locale.
Nell'articolo Condividere file e cartelle in Windows 10 abbiamo spiegato i passaggi da seguire.
Ovviamente, è possibile trasformare un account Microsoft in un account locale.
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NVidia lancerà la nuova GTX 1080 Ti a gennaio
NVidia lancerà sul mercato la sua scheda video GTX 1080 Ti, prodotto di fascia alta, a gennaio. La presentazione, sempre stando alle indiscrezioni, dovrebbe avvenire durante la prossima edizione del CES di Las Vegas.
Com'è noto, la GTX 1080 Ti utilizzerà una GPU GP102 basata su 3328 CUDA core, 208 unità texture e ben 12 GB di memoria GDDR5X (le precedenti voci di corridoio parlavano, semplicemente, di memoria GDDR5).
La banda passante messa a disposizione dalla GTX 1080 Ti sarà pari a 480 GB/s, esattamente come la nuova Titan X.
Capace di raggiungere i 10,8 TeraFLOPS nei calcoli in virgola mobile a precisione singola (32 bit), le prestazioni della GTX 1080 Ti sembrano leggermente inferiori a quelle garantite dalla Titan X ma il prezzo sarà notevolmente più contenuto (dovrebbe attestarsi intorno agli 800 euro)..
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Com'è noto, la GTX 1080 Ti utilizzerà una GPU GP102 basata su 3328 CUDA core, 208 unità texture e ben 12 GB di memoria GDDR5X (le precedenti voci di corridoio parlavano, semplicemente, di memoria GDDR5).
La banda passante messa a disposizione dalla GTX 1080 Ti sarà pari a 480 GB/s, esattamente come la nuova Titan X.
Capace di raggiungere i 10,8 TeraFLOPS nei calcoli in virgola mobile a precisione singola (32 bit), le prestazioni della GTX 1080 Ti sembrano leggermente inferiori a quelle garantite dalla Titan X ma il prezzo sarà notevolmente più contenuto (dovrebbe attestarsi intorno agli 800 euro)..
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Yahoo, database degli utenti venduto per 300mila dollari?
Secondo InfoArmor, società che ha analizzato l'attacco recentemente lamentato da Yahoo, l'aggressione non sarebbe stata posta in essere da parte di cracker assoldati da qualche governo (come subito ipotizzato dall'azienda di Marissa Mayer).
Esecutori materiali dell'attacco sarebbero invece 'comuni criminali informatici', molto vicini al mondo degli spammer.
Gli autori dell'attacco - che ha permesso di sottrarre i dati di oltre 500 milioni di account Yahoo (vedere Attacco a Yahoo, rubati i dati di 500 milioni di account) - sarebbero ricollegabili ad un team di criminali informatici, composto da cinque soggetti, chiamato Group E ed operativo dalle regioni dell'Europa dell'est.
InforAmor afferma di aver ottenuto i dati sottratti dai server Yahoo una settimana fa pur non citando la fonte.
Sono almeno tre anni che InfoArmor monitora le attività del Group E (responsabile di violazioni anche nei confronti di LinkedIn e Tumblr) e ci sarebbero evidenze piuttosto chiare che il gruppo abbia venduto i database degli utenti di Yahoo per una somma non inferiore a 300.000 dollari..
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Esecutori materiali dell'attacco sarebbero invece 'comuni criminali informatici', molto vicini al mondo degli spammer.
Gli autori dell'attacco - che ha permesso di sottrarre i dati di oltre 500 milioni di account Yahoo (vedere Attacco a Yahoo, rubati i dati di 500 milioni di account) - sarebbero ricollegabili ad un team di criminali informatici, composto da cinque soggetti, chiamato Group E ed operativo dalle regioni dell'Europa dell'est.
InforAmor afferma di aver ottenuto i dati sottratti dai server Yahoo una settimana fa pur non citando la fonte.
Sono almeno tre anni che InfoArmor monitora le attività del Group E (responsabile di violazioni anche nei confronti di LinkedIn e Tumblr) e ci sarebbero evidenze piuttosto chiare che il gruppo abbia venduto i database degli utenti di Yahoo per una somma non inferiore a 300.000 dollari..
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Alleanza per l'intelligenza artificiale tra cinque aziende
Nonostante abbia finanziato in prima persona alcuni progetti incentrati sullo sviluppo delle tecnologie per l'intelligenza artificiale, già nel 2014 Elon Musk - fondatore di Tesla e SpaceX - invitava a riflettere sullo sviluppo del settore. Musk sosteneva che il progresso nel campo dell'intelligenza artificiale non può essere esente da regole.
Ecco quindi che oggi cinque tra le più grandi multinazionali - Google, Facebook, Microsoft, IBM e Amazon - si coalizzano per creare Partnership on AI (questo il sito ufficiale), un'iniziativa che mira a definire una serie di 'linee guida' e a promuovere la 'ricerca etica' nel campo dell'intelligenza artificiale.
Affinché l'intelligenza artificiale possa davvero portare benefici alla società e offrire nuove opportunità, è bene che venga fatta chiarezza sugli aspetti legati all'etica, alla trasparenza, a sicurezza, privacy ed equità.
L'alleanza Partnership on AI focalizzerà la sua attenzione sulle applicazioni dell'intelligenza artificiale nel settore medico e in quello dei trasporti: sarà messo a disposizione materiale didattico e verranno organizzati eventi per confrontarsi sull'argomento.
Ovviamente, trattandosi di un'organizzazione formata da società private, Partnership on AI non sarà però un ente regolatorio: non avrà quindi alcun titolo per verificare in che modo la tecnologia viene utilizzata..
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Ecco quindi che oggi cinque tra le più grandi multinazionali - Google, Facebook, Microsoft, IBM e Amazon - si coalizzano per creare Partnership on AI (questo il sito ufficiale), un'iniziativa che mira a definire una serie di 'linee guida' e a promuovere la 'ricerca etica' nel campo dell'intelligenza artificiale.
Affinché l'intelligenza artificiale possa davvero portare benefici alla società e offrire nuove opportunità, è bene che venga fatta chiarezza sugli aspetti legati all'etica, alla trasparenza, a sicurezza, privacy ed equità.
L'alleanza Partnership on AI focalizzerà la sua attenzione sulle applicazioni dell'intelligenza artificiale nel settore medico e in quello dei trasporti: sarà messo a disposizione materiale didattico e verranno organizzati eventi per confrontarsi sull'argomento.
Ovviamente, trattandosi di un'organizzazione formata da società private, Partnership on AI non sarà però un ente regolatorio: non avrà quindi alcun titolo per verificare in che modo la tecnologia viene utilizzata..
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Speed test di Google, come provarlo in anteprima
Nei prossimi giorni Google porterà al debutto un pratico strumento per verificare la velocità della connessione Internet.
Lo speed test di Google sarà semplicissimo da avviare; non bisognerà più neppure visitare alcun sito web all'infuori del motore di ricerca.
Per avviare le verifiche, sarà sufficiente digitare speed test nella casella di ricerca di Google quindi cliccare sul pulsante che permette di eseguire la prova.
La velocità della connessione Internet sarà controllata sia per ciò che riguarda le prestazioni in downstream che per quelle in upstream. Inoltre, a differenza ad esempio del pratico test Fast.com (Misurare la velocità di connessione con Netflix), lo speed test di Google restituisce anche il valore di latenza in millisecondi rilevato.
1) Visitare questa pagina e cliccare su Save per impostare l'inglese come lingua preferita.
2) Portarsi nella home page di google.com quindi fare clic su link Use Google.com in basso a destra.
3) Digitare speed test nella casella di ricerca di Google.
4) Fare clic su Run speed test.
Per evitare di ottenere risultati falsati, è importante effettuare lo speed test di Google quando nessuno dei sistemi collegati alla rete locale sta effettuando operazioni di download o upload.
Tipicamente, lo speed test di Google trasferisce circa 40 MB di dati (attenzione quindi ad eseguire spesso la prova sulle connessioni dati fornite dagli operatori di telefonia mobile…) ma con le connessioni più veloci potrebbero essere inviati e ricevuti quantitativi di dati superiori.
Per impostare di nuovo l'italiano come lingua preferita su Google, basta visitare questo link quindi fare clic su Salva..
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Lo speed test di Google sarà semplicissimo da avviare; non bisognerà più neppure visitare alcun sito web all'infuori del motore di ricerca.
Per avviare le verifiche, sarà sufficiente digitare speed test nella casella di ricerca di Google quindi cliccare sul pulsante che permette di eseguire la prova.
La velocità della connessione Internet sarà controllata sia per ciò che riguarda le prestazioni in downstream che per quelle in upstream. Inoltre, a differenza ad esempio del pratico test Fast.com (Misurare la velocità di connessione con Netflix), lo speed test di Google restituisce anche il valore di latenza in millisecondi rilevato.
Come provare lo speed test di Google
Per provare in anteprima lo speed test di Google, che al momento non è disponibile in italiano, è possibile seguire alcuni passaggi:1) Visitare questa pagina e cliccare su Save per impostare l'inglese come lingua preferita.
2) Portarsi nella home page di google.com quindi fare clic su link Use Google.com in basso a destra.
3) Digitare speed test nella casella di ricerca di Google.
4) Fare clic su Run speed test.
Per evitare di ottenere risultati falsati, è importante effettuare lo speed test di Google quando nessuno dei sistemi collegati alla rete locale sta effettuando operazioni di download o upload.
Tipicamente, lo speed test di Google trasferisce circa 40 MB di dati (attenzione quindi ad eseguire spesso la prova sulle connessioni dati fornite dagli operatori di telefonia mobile…) ma con le connessioni più veloci potrebbero essere inviati e ricevuti quantitativi di dati superiori.
Per impostare di nuovo l'italiano come lingua preferita su Google, basta visitare questo link quindi fare clic su Salva..
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