Questo post è stato scritto da Edouard Wawra, CEO GamePix
Sono stato invitato da Microsoft (esatto, proprio lei…Microsoft Corporation!) a partecipare all’evento dell’anno: BUILD 2015, e sono stato tra i pochissimi fortunati ad aver testato le incredibili potenzialità di HoloLens, il primo computer olografico oculare totalmente senza fili. Ma andiamo per ordine…
L’evento inizia subito ai massimi livelli, con il keynote introduttivo del nuovo CEO Satya Nadella. Le novità introdotte sono tante, dalla piattaforma unificata di Windows 10 all’incredibile news del supporto di codice iOS e Android per le app. Ma l’attenzione è tutta sulla più grande delle novità, sulla rivoluzione digital che Microsoft ha pensato in gran segreto per molto tempo… HoloLens!
Durante il keynote annunciano che pochi eletti avrebbero avuto il piacere di provarli: bisognava applicare sul sito ed essere estratti. Beh, ragazzi, se non avessi vinto un accesso speciale, credete che sarei qui a raccontarvi la mia esperienza?
In 2 ore ricevo l’email di conferma ma scopro di essere in ritardissimo. Mollo tutto e mi lancio fuori dal palazzo, ho corso come non facevo dai tempi del liceo! Il mio gruppo era già dentro – cavolo! Sono entrato nell’hotel di corsa, ho pregato la signora all’ingresso che mi facesse salire. Scusi sono in ritardo! Le ho fatto i complimenti per i suoi capelli e, assurdo ma vero, ha funzionato: sono dentro!
Vengo scortato agli ascensori e salgo al 27° piano. L’atmosfera è magica, luci soffuse in un lungo corridoio, tante porte (NEO, dove sei?!), ognuna con un addetto Microsoft davanti, tantissima sicurezza ovunque. Mi accompagnano in una stanza in cui mi chiedono di lasciare tutti i miei devices in grado di registrare audio o video e passiamo nella stanza accanto, che mi toglie il fiato. Non ci sono muri, solo grandissime finestre con una magnifica vista su tutta San Francisco. Dopotutto sono in cima al mondo, no?
Poi ci preparano all’incontro tanto atteso: solo pochi minuti ci separano dagli HoloLens. Ci danno una breve spiegazione di come si svolgerà la sessione di 30 minuti e ci misurano la distanza tra le pupille con un macchinario molto simile a quello usati dagli oculisti. “Avete domande?”.
Io ovviamente si: “Quando saranno sul mercato e quanto costeranno?”
“Non possiamo rispondere a questa domanda…Qualcos’altro?”
“Da quando ci state lavorando? Prima dei Google Glasses?”
“Non possiamo rispondere neanche a questa domanda…Altro?”
“No, grazie, tutto chiarissimo” ovvero: TOP SECRET.
Perfetto, si parte. Vengo riaccompagnato attraverso quel lungo corridoio e capisco che quelle porte, con davanti gli addetti Microsoft, sono le stanze in cui potrò finalmente provarli. Entro, ci sono due persone, uno che prende appunti sulle mie reazioni e l’altro che mi spiega come indossare e interagire con gli HoloLens. L’interazione si basa su 3 aspetti: GGV: Gaze (sguardo), Gesture (mani), Voice (comandi audio).
Mi informano che proverò HoloStudio, il software che permette di fare modellazione 3D: fantastico! Indosso gli HoloLens: sono comodi, non pesano, si possono regolare in tutti i modi e si adattano bene alla forma della testa. Abbasso le lenti davanti agli occhi, sono trasparenti e si vede benissimo la stanza intorno a me. Finalmente si accendono, vedo il logo di Microsoft esattamente davanti al mio sguardo, in mezzo alla stanza. Parte HoloStudio e vedo una cassetta degli attrezzi, a grandezza naturale, che aleggia davanti a me: mi spiegano che posso appoggiarla dove preferisco. Muovo lo sguardo verso il divano, la cassetta si muove e con un gesto del dito a mezz’aria (simile al click sul mouse), la appoggio sul divano. È pazzesco, non sono passati nemmeno 30 secondi e già mi sono dimenticato di avere un device addosso, mi sembra che sia tutto vero, che quella cassetta sia veramente lì, su quel divano, di fronte a me come se potessi toccarla. WOW.
La apro e ci sono degli strumenti dentro. Poligoni, calamite, una gomma da cancellare…Esattamente come Photoshop, ma gli oggetti sono in 3D e li vedo lì davanti a me, come se fossero reali. Mi spiegano che posso scegliere un template già creato e modificarlo, in modo da entrare subito nel vivo dell’esperienza. Scelgo un fondale marino…Dopotutto sono in California, no?
Ci sono dei sub, uno scoglio, dei coralli. Mi dicono che posso zoommare tutto con una semplice gesture: lo faccio, e tutto il modello 3D diventa grande quanto voglio, occupa quasi tutta la stanza. È incredibile, sta lì fermo, davanti a me, dentro la stanza come se fosse vero. Ci giro intorno, ci cammino dentro, vado a guardare da vicino i coralli, ed è tutto incredibilmente reale! L’immagine, anzi l’ologramma che vedo, non ha alcun difetto, non sfarfalla, non trema. Anche muovendomi intorno velocemente, tutto è esattamente dove io ho deciso di metterlo. Sono senza parole…e chi mi conosce lo sa che sono un chiacchierone.
Familiarizzo con il tool praticamente subito, prendo la gomma da cancellare e rimuovo una gabbia che teneva un pesciolino chiuso dentro. Lo prendo e lo sposto davanti ai sub, cosi hanno qualcosa da vedere. Con la voce dò il comando “copy” e mi ritrovo due pesciolini, alla fine ne metto una decina. A quel punto le cose erano così surreali eppure reali allo stesso tempo, che mi sembrava di essere davvero sott’acqua a divertirmi con quei sub. Potevo clonare oggetti con la mia sola voce: ho iniziato a copiare tutto, i sub diventano 4, i coralli sono ovunque. Poi mi chiedono se voglio cambiare i colori: ovviamente! Voglio provare tutto!! Sono tornato alla cassetta degli attrezzi e ho preso una bomboletta spray. Con gli occhi apro la palette dei colori e con la bomboletta cambio colore a tutto ciò che ho intorno. Coralli blu, sabbia chiara, alghe rosse, volevo provare tutto ciò che potevo.
Cerco di andare fuori dagli schemi per capire che succede. Mi metto a camminare mentre coloro, sposto e zoommo cose, ma non riesco a mandare in tilt il sistema. È tutto sempre perfetto, fermo dove l’ho posizionato. Mi posso letteralmente muovere all’interno della mia creazione, la posso guardare da qualsiasi punto di vista, angolazione, andarci vicino, passarci attraverso. È una sensazione fortissima, emozionante, che fa venire i brividi.
Fantastico. Con un comando vocale posso esportare il mio modello sul web, salvarlo su SketchFab.
Sono passati 25 minuti e non me ne sono accorto. Me ne rimangono 5. Chiedo di provare altre funzionalità. Chiudo il programma HoloStudio e la stanza torna vuota.
Mi invitano a dare il comando vocale “scan” per scannerizzare la stanza e mapparla in 3D. Appena pronuncio la parola “scan” vedo un raggio composto di triangolini verdi piccolissimi, che dai miei occhi vanno a sbattere contro le pareti, i quadri, il divano. Il raggio esce dai miei occhi (e credetemi se vi dico che ancora non riesco a credere alla frase che ho appena scritto) e i triangolini si adattano agli oggetti che incrociano e li mappano in 3D. È incredibile quanto fedelmente riescono a percepire le forme, anche se la stanza è leggermente buia e i contrasti di colori non sono affatto marcati.
Mi spiegano che adesso che ho “scannerizzato” la stanza potrei riarredarla a piacimento, ma il mio tempo è finito. Poco importa, tanto sono senza parole già da un quarto d’ora. Esco dalla stanza muto. Mentre cammino nel lungo corridoio con le luci soffuse, ripenso a quello che ho appena visto. È stupefacente. Una cosa mai provata e mai neanche immaginata. Non si può neanche chiamare Rivoluzione né Evoluzione perché semplicemente è una cosa che prima non esisteva.
Ho provato anche gli Oculus Rift, così come i Google Glasses quando sono stato ad Helsinki con il mio team per partecipare ad un corso di accelerazione con Microsoft, ma sono già vecchi. Tremendamente vecchi.
Microsoft non ha inventato un nuovo device, ha semplicemente inventato una nuova era del digitale. Non posso neanche immaginare i confini verso i quali potrà spingersi la creatività umana con uno strumento come HoloLens, non c’è limite a ciò che possiamo raggiungere con una tecnologia così.
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