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Equo compenso: il ricorso di Confindustria Digitale. Passo indietro della Francia

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È scontro sull'equo compenso. Dopo la decisione di Altroconsumo, che nei giorni scorsi ha presentato un ricorso presso il TAR del Lazio contro il Decreto Franceschini, anche Confindustria Digitale annuncia un'azione analoga.

'Siamo pronti a fare ricorso. L'aumento del compenso per copia privata annunciato dal ministro Franceschini è ingiustificato e non tiene conto dell'evoluzione delle tecnologie e delle mutate abitudini di utilizzo da parte dei consumatori', ha dichiarato Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale (federazione di rappresentanza industriale, nata con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’economia digitale, a beneficio della concorrenza e dell’innovazione del Paese).

Sempre secondo Confindustria Digitale, l'aumento del gettito della SIAE - di ben due volte e mezza rispetto allo scorso anno -, da 63 milioni di euro ai 157 stimati sarebbe inaccettabile dal momento che i balzelli, divenuti - col Decreto Franceschini - più onerosi rispetto al passato, graverebbero unicamente sui consumatori (Equo compenso: forte rincaro per i prodotti elettronici).

'Riteniamo che l’aumento dell’equo compenso per copia privata annunciato dal ministro Franceschini la settimana scorsa non solo sia una misura del tutto ingiustificata rispetto agli attuali trend tecnologici e di consumo, ma anche un segnale in contrasto con l’esigenza, riconosciuta prioritaria dallo stesso Governo Renzi, di favorire l’innovazione digitale nel Paese', ha proseguito Catania.

I rincari, che produttori e distributori riverseranno sul prezzo finale di qualsiasi prodotto tecnologico atto alla memorizzazione di dati, sono talmente elevati da porre l'Italia quasi in 'pole position' a livello europeo, seconda solo alla Francia.
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