Il giorno dopo il lancio del nuovo iPhone 5 arrivano nuove accuse nei confronti di Foxconn, la società taiwanese - operante in Cina, Stati Uniti e Giappone - a cui Apple si appoggia per la produzione di molti suoi prodotti. Foxconn era stata più volte nell'occhio del ciclone, accusata di far lavorare i dipendenti in condizioni al limite dell'umano, per un numero di ore giornaliere insostenibile e con stipendi ridotti. Di recente, sia Apple che Foxconn avevano fatto entrare un giornalista stunitense negli stabilimenti di Shenzhen mostrando come il ciclo produttivo fosse ben diverso da quello descritto dalla stampa (vedere l'articolo Apple e Foxconn, ecco come produciamo gli iPad).
Alla denuncia della 'Fair Labor Association' (FLA), che aveva a suo tempo stigmatizzato quanto accadrebbe nelle fabbriche di Foxconn in estremo oriente, si aggiungono oggi nuove contestazioni.
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